Le illustrazioni del Festival Verdi
Tre donne delicatamente si negano alla vista, interpreti universali delle loro storie e parte di un’unica grandiosa narrazione.
Il velo sul volto e l’erba magica, il medaglione e il mare, la corona lombarda e l’aura dell’apocalisse: indizi rivelatori e scintille delle vite, immortali, che raccontano.
Amelia, Maria e Lucia, come moderne Aglaia, Eufrosine e Talia di raffaellita memoria, si perdono in un dialogo silenzioso fatto di rimandi cromatici, piani compositivi, gesti e orizzonti improbabili.
Al loro dialogo sommesso si aggiunge una quarta voce, forse muta. La tuba nera e la sciarpa annodata al collo non lasciano dubbi sulla sua identità, autorevole e prorompente nonostante il punto di vista inedito, che mette lo spettatore faccia a faccia col pittore che ne fece il ritratto più celebre.
Quattro protagonisti che, in un atto rivoluzionario, non prestano lo sguardo a chi li osserva, come fossero anch’essi spettatori della grande messa in scena delle loro vite su un palcoscenico che non ha confini.
Antonello Sportillo
Antonello A. Sportillo è nato a Brindisi nel 1986. Architetto e docente, le sue opere sono esposte in gallerie e collezioni private. “La sua maniera di esprimersi è quanto mai dato certo di sapore metafisico – surreale con l’aggiunta di orizzonte indefinibile, indefinito, opaco e afono. I suoi soggetti, molli mimi, sono leggi di satira, di società, di proposizione, adorni di mani: aghi di bilance sociali.” Vive e opera a Parma.