I RISULTATI DEL XXI FESTIVAL VERDI “SCINTILLE D’OPERA”
Un’edizione autorevole e innovativa che ha festeggiato il ritorno della comunità di spettatori al Teatro Regio, nel graduale e ininterrotto percorso di risalita del Festival dagli ostacoli della pandemia
REPORT: Festival Verdi e Verdi OFF 2021
Scarica il pdf del report con i risultati del XXI Festival Verdi “Scintille d’Opera” e della VI edizione di Verdi Off.
“Eccoci, alla fine di un anno – il secondo – scrive Anna Maria Meo Direttore generale del Teatro Regio di Parma – in cui l’eco della pandemia si protrae e con essa il senso di incertezza con cui ciascuno di noi, ogni giorno, si trova a fare i conti. Un’incertezza di fronte alla quale siamo chiamati, in qualità di istituzione culturale, a reagire senza abdicare alle nostre responsabilità. Il Festival Verdi non si è fermato nell’anno più difficile – quello della sua ventesima edizione – individuando soluzioni inedite e assumendo una nuova, provvisoria, fisionomia: le Scintille d’Opera. Ed è partendo dall’esperienza dello scorso anno che abbiamo programmato e realizzato il Festival Verdi 2021, con un’opera in forma scenica e gli altri titoli in forma di concerto, intraprendendo un graduale percorso di risalita. Un percorso che ha subìto dunque una brusca deviazione, ma non si è mai interrotto e, che, anche nei due anni di pandemia, ha portato al consolidamento del valore raggiunto e riconosciuto al Festival Verdi, come dimostra il Premio Abbiati della Critica musicale italiana assegnato al Macbeth in versione francese e consegnato pochi giorni fa, il quale nella motivazione testimonia senza incertezze che il progetto del Festival Verdi è la vera sfida vinta: un Festival che si pone come punto di riferimento assoluto dell’interpretazione verdiana dal punto di vista musicale e filologico.
Affiancando a questi aspetti la sfida sul teatro di regia, il Festival si è accreditato come una realtà capace di dialogare con una dimensione internazionale che sicuramente ne alimenta legittimità ed eco. I risultati testimoniano in maniera netta che anche la capacità di reazione, di adeguamento della sfida alle difficoltà che abbiamo dovuto fronteggiare, rinunciando ai tempi consueti di pianificazione dell’attività, ha prodotto per gli stakeholders e per il territorio risultati importanti, senza compromettere sostenibilità ed equilibrio economico del progetto. L’orizzonte al quale vogliamo guardare è quello di un graduale ma costante recupero dei livelli produttivi pre-pandemia e con quelli anche dei parametri economici che ci avevano inorgoglito e fatto guardare a una prospettiva di sviluppo del progetto. Quanto accaduto ci obbliga a porci obiettivi realistici di recupero e consolidamento dei risultati conseguiti, ma non può impedirci di immaginare, e anzi sognare, di ricominciare a crescere e sviluppare la dimensione nazionale e internazionale del Festival, consapevoli che anche i risultati del 2019 ai quali guardiamo con un po’ di nostalgia, possano essere letti come una base di partenza importante per un’ulteriore crescita di un Festival che ha senza dubbio ampi margini di sviluppo progettuali e conseguente restituzione al territorio di dividendi materiali e immateriali. Tutti i risultati dell’ultima edizione, messi a confronto con quelli delle precedenti, sono riportati nel report realizzato dal Teatro Regio di Parma in collaborazione con l’Osservatorio permanente istituito con l’Università di Parma e coordinato dai professori Isabella Mozzoni del Dipartimento di Discipline umanistiche, sociali e delle Imprese culturali, e Giulio Tagliavini del Dipartimento di Scienze economiche aziendali, affiancati da Simone Garvaglia di Bip – Business Integration Partners.
Un laboratorio permanente di relazioni tra città e teatro, dove sperimentare e determinare una sinergia stretta tra artisti, luoghi e comunità, mantenendo sempre attuale la figura di Giuseppe Verdi e il valore artistico della sua opera: questo e molto altro è Verdi Off – scrive Barbara Minghetti, curatrice del progetto, che, giunto alla VI edizione, è diventato un modello per altre città e altri teatri, ed è considerato un paradigma di organizzazione per una costruzione rigenerativa delle relazioni, ancor più rilevante in questi due anni di pandemia.
La programmazione, costruita coinvolgendo le varie associazioni culturali, le cooperative, le associazioni di volontariato, le realtà di vicinato, di inclusione e accoglienza, punta a creare progetti multidisciplinari, innovativi, nati da una coprogettazione e da bandi rivolti ai giovani. Verdi off è una possibile risposta a questo periodo difficoltoso e alla necessità delle città e delle comunità di ritrovarsi”.