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IL CORSARO


LO SPETTACOLO


Teatro Regio di Parma, da mercoledì 14 a sabato 31 Ottobre 2015

Il corsaro – Lo spettacolo

LA TRAMA

Un’isola dell’Egeo e la città di Corone, al principio del secolo XIX.

ATTO I

L’isola dei Corsari nell’Egeo. È il tramonto. Dentro la scena i corsari inneggiano alla vita libera e spensierata. Corrado, il capo dei corsari, ricorda i felici e innocenti anni lontani; oggi, a causa di un infelice destino, è un fuorilegge. Giovanni il suo luogotenente, gli reca la lettera di un confidente greco. Corrado la legge, poi chiama gli uomini a raccolta e ordina loro di prepararsi a combattere per prevenire l’attacco dei turchi guidati da Seid, pascià di Corone.

Stanze di Medora nella vecchia torre. Medora, fidanzata di Corrado, mentre attende il ritorno dell’amato intona un triste canto accompagnandosi all’arpa. Giunge Corrado che le conferma il suo amore, ma le annuncia anche la prossima separazione. Medora ha un fosco presentimento: teme di morire di dolore prima del ritorno dell’amato. Corrado cerca invano di consolarla, poi, uditi i colpi di cannone che danno il segnale della partenza, fugge via.
 

ATTO II

Stanza deliziosa nell’Harem di Seid. Le odalische circondano e lusingano Gulnara, la favorita del pascià, offrendole veli trapunti e gemme, ma lei odia Seid e sogna la libertà. Un eunuco invita Gulnara al banchetto che Seid darà per festeggiare la prossima vittoria sui corsari, la donna accetta, ma dichiara che non parteciperà da sola, con lei verranno anche le altre odalische.

Magnifico chiosco in riva al porto di Corone. Seid e i suoi uomini banchettano e lodano Allah, pregustando la vittoria  nella battaglia fissata per il giorno dopo. Lo schiavo Selim introduce un derviscio che chiede ospitalità: era prigioniero dei corsari ed è riuscito a fuggire. Seid cerca di ottenere da lui informazioni sui suoi nemici, ma il derviscio non ha molto da dirgli: era imprigionato e non poteva vedere nulla, un pescatore lo ha salvato e ora chiede al pascià di proteggerlo. Un improvviso bagliore interrompe il loro dialogo: è la flotta turca che sta bruciando. Tra lo scompiglio generale il derviscio si rivela: è Corrado, che con il corno chiama a raccolta i suoi fidi. I turchi fuggono inseguiti dai corsari. Anche l’harem è preda dell’incendio e Corrado, cavallerescamente, ordina di salvare le donne. I musulmani nel frattempo ricompongono le file e finiscono per avere la meglio sui corsari. Corrado viene imprigionato, e mentre Seid gli preannuncia orribili torture e una morte atroce, Gulnara e le odalische implorano pietà per l’uomo che le ha salvate.

ATTO III

Stanza di Seid. Il pascià è geloso di Corrado, teme che la favorita ne sia innamorata. Non resta che appurarlo: convoca Selim e gli ordina di mandargli Gulnara. La donna si congratula con lui per la vittoria, poi cerca di convincerlo che Corrado è più utile da vivo che da morto: potrebbe fruttare un bel riscatto. A questo punto il pascià dà libero sfogo alla sua gelosia: non rinunzierebbe alla sua vendetta per tutte le gemme della corona del suo sultano, e se Gulnara ama Corrado non sarà più la sua favorita e condividerà l’orribile destino del corsaro. Gulnara promette di vendicarsi a sua volta.

Interno d’una torre. Corrado, in catene, pensa a Medora poi, stremato, si addormenta. Gulnara lo raggiunge e gli svela che dopo che dopo aver ucciso nel sonno Seid potranno fuggire. Corrado, però, non vuole essere complice di un tradimento. Gulnara allora sfodera un pugnale e si allontana. Rimasto solo mentre fuori infuria la tempesta il corsaro prega che un fulmine colpisca la torre e metta fine ai suoi tormenti. Torna Gulnara che ha ucciso il pascià; a questo punto Corrado per salvare la donna dalla vendetta dei turchi, accetta di fuggire con lei.

Spiaggia del mare come nell’atto primo. Nell’isola dei corsari Medora, convinta che Corrado sia morto, si è avvelenata. Quando il corsaro sbarca con Gulnara fa appena in tempo a narrare gli avvenimenti trascorsi all’amata, che ella spira tra le sue braccia. Corrado, disperato, si lancia in mare da una rupe.

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