GRAN TEATRO REINACH
Operetta in due parti su libretto by Sergio Basile
Musiche da:
La vedova allegra, Cin ci la,
Il paese dei campanelli, Al Cavallino bianco, Scugnizza,
Addio, giovinezza!, Il Paese del sorriso, Ballo al Savoy,
L’acqua cheta, Orphée aux Enfers
Date
Teatro Regio di Parma
sabato 11 dicembre 2021, ore 20.00
domenica 12 dicembre 2021, ore 15.30
Durata complessiva 2 ore, compreso un intervallo
Cast
Il Suggeritore | ALFONSO ANTONIOZZI |
Mino | GIUSEPPE VERZICCO |
Caterina | ELEONORA BUCCARINI |
Adalgisa | LUCREZIA DREI |
Natale | VALENTINO BUZZA |
Alba | CLAUDIA URRU |
Lazzaro | MANUEL AMATI |
Achille | MARCO BUSSI |
Mercede | CHIARA TIROTTA |
Maestro Brustolon | MASSIMO FIOCCHI MALASPINA |
Attila Bottazzi | FILIPPO LANZI |
Maggiore Kessler | THOMAS RIZZOLI |
Maestro concertatore e direttore
GIANLUCA MARTINENGHI
Arrangiamenti
ALESSANDRO PALUMBO
Drammaturgia e testi
SERGIO BASILE
Regia
MARCO CASTAGNOLI
Scene
FRANCO VENTURI
Costumi
LORENA MARIN
Luci
ANDREA BORELLI
Coreografie
LUISA BALDINETTI
ORCHESTRA RAPSODY
Nuova commissione del Teatro Regio di Parma
Scene, costumi e attrezzeria Teatro Regio di Parma
Calzature CTS, Pedrazzoli
Direttore di palcoscenico Giacomo Benamati
Assistente alla direzione di palcoscenico Lucia Amarilli Sala
Maestro di sala e palcoscenico Chiara Pulsoni
Maestro alle luci Melissa Mastrolorenzi
Assistente agli arrangiamenti musicali Giacomo Mutigli
Responsabile di produzione Ilaria Pucci
Responsabile dei servizi tecnici Andrea Borelli
Scenografo realizzatore e consulente agli allestimenti scenici Franco Venturi
Responsabile macchinisti Giuseppe Caradente
Responsabile elettricisti Giorgio Valerio
Responsabile attrezzeria Monica Bocchi
Responsabile sartoria di produzione Giuseppe Panarello
Consulente per la sartoria Lorena Marin
Personale tecnico, amministrativo e di palcoscenico del Teatro Regio di Parma
Note di regia
Gran Teatro Reinach è uno spettacolo che trae ispirazione dal mondo dell’operetta, genere di grandissima fortuna specie negli anni in cui Gran Teatro Reinach è ambientato, gli anni ’40 del secolo scorso, esaltandone gli aspetti peculiari e riproponendone il sapore scenico. E da questo genere teatrale sono tratti i brani che compongono la parte musicale, scelti non solo in base alla loro popolarità ma anche secondo le diverse atmosfere che musica e libretto suscitano. Gran Teatro Reinach infatti non racconta le operette, ma da esse trae motivo per raccontare le vicende dei protagonisti, nella leggerezza e vivacità tipica del genere. Proprio il Reinach, a cui si ispira lo spettacolo, accoglie l’incontro fra due generazioni, due mondi distinti che attraverso il comune “fuoco sacro” del teatro si fondono, costituendo la linea principale della storia: il mondo del Suggeritore, fulcro centrale della vita del Teatro, e i giovani che in quel luogo trovano rifugio dopo un’azione partigiana. Il loro incontro sarà la miccia che coinvolgerà tutti nella realizzazione di un vero e proprio “spettacolo nello spettacolo” che tenterà di salvare loro la vita. E forse anche quella del Reinach?
La dimensione di teatro nel teatro, che fa da colonna portante dello spettacolo, è doppiamente significativa non solo perché la vicenda si ambienta proprio sul palcoscenico del Teatro Reinach, ma anche perché proietta i protagonisti in un’atmosfera di speranza, gioia e vitalità che si contrappone in modo stridente al contesto della guerra incombente, dell’occupazione nazifascista e della minaccia costante delle bombe. Gran Teatro Reinach evoca un mondo passato ma mai dimenticato, che tiene insieme ricordi e tratti di realtà storica in un intreccio in cui divengono sovrapposti e indistinguibili, come spesso accade a chi al Teatro ha dedicato la propria vita e che dal Teatro ha ricevuto in cambio le ragioni di vivere.
Dall’invito del Teatro Regio di Parma a mettere in scena un’operetta sul Teatro Reinach, il team creativo costituito da drammaturgo e regista insieme al direttore d’orchestra, e quindi a scenografo, costumista e coreografa, ha dato vita a una collaborazione creativa che sin dalle prime fasi ha coinvolto ciascuno e che è durata molti mesi durante i quali la vera sfida, sicuramente quella più difficile ed emozionante, è stata trovare il giusto equilibrio tra la vicenda storica e quella immaginaria e sul piano scenico tra le parti in prosa e la drammaturgia musicale, nel contesto in cui la messinscena e la scrittura dello spettacolo hanno viaggiato sullo stesso binario fin dall’inizio del progetto.
Marco Castagnoli